mercoledì 24 gennaio 2018

Nuovo prodotto nella mia dispensa: l'arrowroot.

Dopo essermi adagiata più del solito nel periodo festivo, rieccomi e con una bella novità.
Gli esperimenti sono continuati e oggi voglio parlarvi di un nuovo prodotto che ha arricchito la mia dispensa: l'arrowroot.


L’arrowroot è una fecola alimentare estratta da alcune piante tropicali, in particolare dalla Maranta arundinaceae, pianta originaria e perenne della foresta equatoriale del Brasile e della Guyana, con larghe foglie piatte che cresce fino al metro e mezzo di altezza. Da studi archeologici le tracce della coltivazione di arrowroot risalgono a settemila anni fa, con origini presso il popolo caraibico degli Arawak.
Il suo uso e la conoscenza di questa preziosa polvere bianca fine, insapore e inodore, era molto noto fino all'epoca vittoriana, dopodichè è diminuita sempre più la sua popolarità.

Dico preziosa perchè ha le sue belle proprietà e funzioni benefiche.
Fonte di acido folico e potassio, integratore di sali minerali, aiuta  il movimento intestinale avendo effetto emolliente. È facilmente digeribile anche per i neonati, tanto che pare sia usato anche come alternativa al latte materno, ed è consigliato anche per le donne in gravidanza.
Inoltre mantiene regolari i valori tra i cibi acidi e quelli alcalini, aiuta a regolare frequenza cardiaca e pressione sanguigna.
I rizomi dell’arrowroot presso alcuni popoli vengono usati sulle ferite e sulle punture di insetti, favorendo l’eliminazione del veleno dopo morsi di scorpioni e ragni.
Usandola a scopo alimentare, bisogna sapere che il suo potere addensante è superiore di circa due volte rispetto a quello della farina più comune.
Inoltre è preferibile sciogliere la polvere a freddo in quanto con il calore il processo di gelificazione è immediato. Quando aggiunta agli impasti nella percentuale che va fra 5 e 8% conferisce una struttura simile ad una maionese, fra l'8 e 12% si avrà struttura più consistente, tipo panna cotta.
E devo dire che per inesperienza, queste due cose che non sapevo mi sono costate qualche pasticcio la prima volta che l'ho usata.
Bisogna poi tenere conto che la presenza di uova o anche purea di frutta ne aumenta il potere addensante.
Può essere consumato in biscotti, budini, gelatine, torte, salse, ma anche zuppe, sughi, dolci, gelati e composti.

Ha un indice glicemico più contenuto rispetto ad altri amidi e  preferito di più dovendo scegliere un amido per addensare creme che prevedono il congelamento perché le rende più stabili. Infatti all’arrowroot occorre una temperatura inferiore rispetto alla farina o all’amido di mais e non è indebolita da ingredienti acidi.
Non influenzando il congelamento, non impedisce la formazione di cristalli di ghiaccio come nel gelato artigianale.
Lo si usa soprattutto liquido nella soluzione che viene scaldata fino a quanto non si addensa e poi si lascia riposare fino al raffreddamento.
Inutile dire che questo prodotto  tanto  alternativo alla farina, lo rende perfetto per gli intolleranti come me.

Sul sito dove ne ho letto e acquistato, dalle brevi recensioni parlavano anche di altri usi:
usato nelle impanature, per fare pastella senza uovo, per autoprodursi make up, deodoranti in crema assieme ad olio di cocco e bicarbonato, nelle tinture per capelli per la sua capacità addensante, per compattare i burger vegetali fatti in casa non avendo sapore e mischiandola al composto con un po' di liquido. Insieme a kuzo e baobab in gelateria eliminando tutti gli additivi e creando il supergelato con elementi super food.

Potrete capire bene quanto sono stata contenta di averla scoperta.
Per ora sto provando ad usarla nelle mie ricette di dolci e i buoni risultati sono presto arrivati, quindi restate sintonizzati perchè sta per arrivarne qualcuna.



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